La rata di pensione di giugno, in pagamento dal giorno 1 per il circuito postale e dal giorno 3 per quello bancario, reca alcune sorprese per quanti riscuotano assegni lordi complessivamente superiori a tre volte il trattamento minimo (€ 1.522,26 mensili). In questi casi sono stati operati uno o due tipi di recupero.

 Il primo tipo di recupero, che opera nei confronti di tutti i ricadenti nella fattispecie, deriva dalle diverse modalità di calcolo della perequazione automatica, quella applicata in un primo momento dall'INPS (basata su un accordo sindacale che sanciva il ripristino delle modalità di calcolo ante 2012) e quella invece introdotta dalla legge di bilancio 2019 approvata gli ultimissimi di dicembre 2018, a rinnovo delle pensioni effettuato. Le operazioni di ricalcolo sono terminate ai primi di marzo: da aprile è già stata posta in pagamento la pensione corretta, inferiore a quella erogata nei primi tre mesi dell'anno. Ora, con la rata di giugno, si procede al recupero di quelle somme erogate in più.

Il secondo tipo di trattenute riguarda le "pensioni d'oro" e opera solo nei confronti di quelle pensioni i cui importi superino 100.000,00 €. lordi su base annua.

Queste le aliquote di riduzione:

  • 15% per la parte eccedente 100.000 €. fino a 130.000 €.
  • 25% per la parte eccedente 130.000 €. fino a 200.000 €.
  • 30% per la parte eccedente 200.000 €. fino a 350.000 €.
  • 35% per la parte eccedente 350.000 €. fino a 500.000 €.
  • 40% per la parte eccedente 500.000€

Ne abbiamo già parlato in un precedente  articolo dal titolo La riduzione delle «pensioni d’oro».