In arrivo decurtazioni per molti pensionati: l’INPS avvia il recupero dei bonus una tantum erogati nel 2022, tramite trattenute mensili sui cedolini

Il mese di giugno sarà poco piacevole per molti pensionati italiani: diverse pensioni subiranno una riduzione, anche se non tutti ne conoscono ancora il motivo.
L’INPS, infatti, ha avviato il recupero di alcune somme erogate nel corso del 2022 sotto forma di bonus straordinari. Parliamo dei contributi una tantum da 200 e 150 euro, previsti dai decreti Aiuti e Aiuti-ter e finalizzati a contrastare l’impatto dell’inflazione e dell’aumento dei costi energetici.
All’epoca, l’erogazione fu automatica e tempestiva: l’urgenza imposta dalla crisi energetica spinse lo Stato a disporre il pagamento diretto di questi aiuti a milioni di cittadini, senza attendere le verifiche fiscali. Tuttavia, come era stato chiarito fin dall’inizio, quei bonus erano vincolati a precise soglie di reddito. Oggi, a distanza di quasi tre anni, si chiude il cerchio: chi ha percepito l’indennità senza avervi diritto dovrà restituirla.



Un recupero che parte dai controlli sui redditi 2021
Il meccanismo di verifica e recupero (annunciato il 7 gennaio 2025) è stato attivato incrociando i dati delle dichiarazioni dei redditi 2021, anno di riferimento per stabilire la legittimità dei pagamenti. In particolare, il bonus da 200 euro era destinato a chi, nel 2021, non aveva superato i 35.000 euro di reddito, mentre quello da 150 euro spettava solo ai contribuenti con redditi fino a 20.000 euro. In caso di rilevazione a posteriori, da parte dell’INPS, del mancato rispetto di uno o entrambi i requisiti, scatta la procedura di rimborso.

Come funziona la restituzione

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